Unitre, Università delle Tre Età - Sondrio
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Una caratteristica di “unicità” dei vigneti di Valtellina: la stretta connessione con una “città-alpina”.

Uno dei tratti distintivi che rendono “unica” ed “esclusiva” la zona dei vigneti terrazzati del versante Retico della Valtellina è la sua appartenenza a una valle nella quale ha preso storicamente forma un tipo di “città alpina” che ricorre assai raramente e che comunque, nella sua connessione con questa sorta di “opificio naturalistico” di vigneti, è da considerarsi una configurazione ambientale del tutto unica. Per comprendere tali aspetti occorre ripensare l’idea di “città”, relativizzandone la ricorrenza in ambito montano, ed in special modo nel contesto “alpino”. L’ambiente montano ha una sua civiltà che può definirsi compiutamente in base ad au-tonomi caratteri di “montanità” nei quali non hanno alcun riscontro i principali caratteri costitutivi della civiltà “cittadina”. La cultura montana è da intendersi, pertanto, in maniera fortemente differenziata da quella di città.
Nel prospettare tale distinzione-opposizione di cultura, occorre far riferimento, sul ver-sante della montagna, ad una “montagna vissuta”, non già nell’idea astratta di montagna che è stata elaborata in età contemporanea dal mondo “cittadino” in conseguenza ed in dipendenza dell’approccio turistico, che negli ultimi tempi ha assunto aspetti di mercificazione consumistica che hanno radicalmente trasformato anche l’immagine della montagna e della sua cultura. Se si fa riferimento alla cultura “montana” quale fu elaborata dalle comunità che hanno vissuto “in” montagna e “della” montagna, occorre ripensare l’idea di “città”, definendo il paradigma della “città alpina”, che costituisce un aggregato urbano-territoriale avente caratteristiche profondamente diverse da quelle solite del mondo propriamente “citta-dino”. Il concetto di “città alpina” va costruito a misura dell’esperienza propria della storia di singoli casi che hanno storicamente preso corpo in ambiente “alpino”. Nel mondo montano trova ruolo cruciale un popolamento che si evolve per lungo tempo attraverso un nomadismo locale, e che acquisisce man mano piccoli stanziamenti come stazioni stagionali di differenti pratiche rurali: in ogni caso non ricorre mai, nell’ambiente montano, un’aggregazione stanziale quale nodo di un popolamento “cen-tralizzato”. Manca, pertanto, in ambito montano, il presupposto fondamentale della costruzione della città.
Tuttavia la montagna ha inventato una sua forma di città, appunto la “città alpina”, che, in differenti casi, ha assunto differenti tipicità. Recentemente in ambito montano si sono sviluppate “città turistiche” che hanno stravolto quelle che un tempo erano “città alpine”: infatti il modello urbanistico proprio degli insediamenti turistici è quello della metropoli, nel cui ambito vengono progettate le installazioni turistiche in montagna. Nel mondo alpino, assai prima dell’avvento dell’“età del turismo”, si erano formati nu-clei di “villaggi grossi” aventi funzione varia o di fiera mercantile o di nodo di attiva-zione di servizi comuni a molteplici villaggi sparsi. In taluni casi tali realizzazioni hanno assunto una configurazione particolare nell’adattarsi alla morfologia del sito in cui venivano a radicarsi.
Di volta in volta, in tal modo, tali “città alpine” assumevano configurazioni tipiche distintive, talvolta anche con carattere di “unicità” e di “esclusività”. Tale è il caso della Valtellina e, in particolare, della città di Sondrio, che propriamente può individuarsi come “città alpina” per i seguenti caratteri:
primo, l’aggregazione urbana ha sede in valle ma il sito si trova stretto tra ripidi versanti montani che impongono all’orizzonte stesso della “città” un paesaggio di verticalità del tutto assente in qualsiasi altra aggregazione urbana;
secondo, i ripidi versanti montani s’innestano nel tessuto urbano che cresce al cospetto ed a misura delle strutturazioni rurali di tali pendii montani:la città stessa si è conformata in maniera funzionale alle pratiche di artificializzazione rurale del territorio che si sono tradotte nella trasformazione di tali scoscesi e ripidi versanti in vigneti, nei famosi vigneti “terrazzati” della Valtellina;
terzo, tale “città alpina” non costituisce propriamente un territorio “intermedio” tra il mondo montano e il mondo “metropolitano”: essa fa centro a sé, a servizio del mondo “montano”, non a servizio del mondo “metropolitano”;
quarto, l’aspetto di “intermedietà” è caratteristico del territorio “terrazzato” che, in effetti, da un lato, si connette con un ambiente fortemente caratterizzato da “montanità” e, d’altro lato, si connette con un centro di servizi che è fortemente caratterizzato da alcuni aspetti “cittadini”. È venuto così a crearsi un mondo caratterizzato da un ambiente “montano”, rimasto tale in tutti i suoi caratteri più salienti, e congiuntamente da un ambiente “urbano”;
quinto, tale ambito così caratterizzato in maniera “esclusiva” e “unica” da tale “città alpina” è incorniciato senza soluzione di continuità dall’“alta” montagna (che, tra l’altro, costituisce una delle risorse rilevanti per la stessa vita cittadina: anzitutto quale grande risorsa idrica funzionale agli stessi “vigneti terrazzati”; di poi come pascoli d’alta quota per l’attività d’alpeggio, di grande rilievo per l’allevamento del bestiame e per la produzione di formaggi, che costituiscono una delle risorse imprescindibili per le fiere mercantili della “città alpina”). Per tutte tali ragioni sembra doversi concludere nel segnalare la zona ambientale dei vi-gneti “terrazzati” del versante Retico della Valtellina come caratterizzata da una parti-colarità attinente una speciale strutturazione “urbana” che ha trovato una sua configurazione esclusiva e distintiva in ambito montano, quale “città alpina”. Nessuna regione ambientale trasformata artificialmente in territorio a vigneti intensivi può presentare tale struttura “urbana” di “città alpina” quale è propria della Valtellina. Altre regioni a vigneto sono per lo più collinari, e hanno potuto fruire di tutt’altra sorte “eco-storica”: esse, infatti, per lo più sono state strutturate in possedimenti di “ville” connessi tra loro in vario modo con reticoli proprî della grande campagna costituente il contado di grandi città “metropolitane” (tale ad es. è il caso del Chianti). Torna di grande rilievo, a fini culturali, il fatto che i vigneti “terrazzati” della Valtellina siano siti in una zona che è pienamente caratterizzata da tratti di montanità (spiccata verticalità dei versanti, andamento scosceso dei dossi, continuità con l’alta quota, clima con ampie escursioni con estremi anche aspri e crudi) e, insieme, da tratti di un “urbanesimo” speciale che può considerarsi caratteristico esclusivamente della “città alpina”.

Luigi Zanzi


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