Unitre, Università delle Tre Età - Sondrio
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Sintesi della lezione tenuta per l'Unitre di Sondrio lunedì 12 dicembre 2005
dal prof. Augusto Pirola, ordinario di botanica all'Università di Pavia, sul tema:
I cambiamenti del paesaggio vegetale

La possibilità di mutare aspetto nel corso del tempo è un attributo degli organismi viventi, delle forme geologiche e degli insiemi più o meno complessi percepibili dall'osservatore, vale a dire tutto quanto lo circonda in un dato posto e in un dato momento, comunemente noto con il termine di paesaggio. In quest'occasione ci occuperemo in particolare del paesaggio vegetale.
L'evoluzione del significato di paesaggio, attraverso un intreccio di esperienze di geografi ed ecologici, è giunta a riconoscere un'entità concreta, costituita dai diversi ambienti fisici e dagli organismi viventi, compreso l'uomo, che nell'ambito delle possibilità concesse dal clima locale, producono effetti caratteristici.
Questa definizione deriva dalla constatazione che difficilmente nel paesaggio si può isolare in modo netto una singola componente senza tenere conto dei rapporti che la legano ad altre, rapporti di causa-effetto. Quindi si giunge a riconoscere che parlare di un paesaggio vegetale, geografico, umano ecc. è solo un modo per affrontare lo studio di un fenomeno tanto complesso, utilizzando le nozioni scientifiche ordinate nelle discipline classiche proprie dell'Illuminismo: botanica, geografia, zoologia ecc.
La trattazione dei cambiamenti richiede ancora una precisazione. Osservando un paesaggio nel corso di un giorno o di un anno, si rilevano variazioni dovute alla luce e al clima, fonti di suggestioni emotive e soggettive, da una parte, e di osservazioni oggettive per esempio sulla diversa distribuzione dell'energia solare, del manto vegetale, della natura chimica e strutturale delle rocce. Per quanto riguarda l'aspetto emotivo, possiamo affermare che rappresenta un particolare tipo di approccio documentato in modo esemplare nelle opere delle arti figurative, che costituiscono visioni uniche non quantificabili o confrontabili. L'altro approccio è quello scientifico il cui scopo è di individuare paesaggi diversi per determinati caratteri e per rapporti particolari tra le componenti, valutabili per gli effetti che producono.
Il ripetersi del giorno e dell'anno comporta anche la ripetizione di queste variazioni, largamente sovrapponibili che possono indurre a parlare di cambiamenti. In realtà si tratta di variazioni cicliche del breve periodo: la formazione delle foglie in primavera e la loro caduta in autunno, le fioriture stagionali, legate alla variazione delle temperature e della luce, la crescita delle piante erbacee che formano i prati. I veri cambiamenti sono invece dovuti a variazioni di rapporti di superficie o di massa tra le componenti nel corso del tempo. Di questi ci occuperemo in dettaglio, perché anche la scienza del paesaggio e in particolare la geobotanica paesaggistica, tentano di riconoscere i fenomeni dinamici sulla base delle cause che li hanno generati e di prevedere la loro evoluzione o ripetizione. Conoscenza e previsione, due compiti importanti per le scienze.
Infine dobbiamo fare un cenno all'uomo, intendendo tutta la comunità umana vivente in un territorio, una componente importante per la capacità di trasformare e adattare alle proprie esigenze il territorio. L'uomo però ha anche la capacità di giudicare, valutare, con un approccio estetico o scientifico, il territorio. Questo fatto diviene l'elemento importante per la scienza del paesaggio perché solo su questa base si producono le integrazioni delle conoscenze fornite dalle diverse discipline, o se si preferisce, si ricompongono i paesaggi particolari, vegetale, geografico ecc., nel paesaggio unitario la cui conoscenza via via approfondita permette una gestione razionale del territorio.
Per mezzo di alcuni esempi di cambiamenti avvenuti o che si stanno realizzando nella Provincia di Sondrio, se ne individueranno le cause e gli effetti che interessano altre componenti del paesaggio.

Augusto Pirola


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